lunedì 17 marzo 2014

Per capire il ruolo della filosofia e dell'immagine di Nietzsche nella nostra devastazione quotidiana

Sarebbe facile prendersela con il cantante. Egli può dire queste idiozie a buona ragione: in effetti, non fa che volgarizzare e banalizzare una presenza reale, che è quella del Nietzsche postmoderno (essere se stessi, infrangere le convenzioni, e banalità consimili). Il quale esiste, però, solo perché è in parte presente nello stesso Nietzsche [SGA].


Vasco: mi ispiro a Nietzsche per le mie «Dannate nuvole»
Il rocker e l’inno alla vita: non bisogna mai arrendersi

di Andrea Laffranchi Corriere 14.3.14


Vasco filosofo. Per la sua ultima canzone, che si intitola «Dannate nuvole» e che si può sentire in radio da oggi, dice di essere stato «ispirato dalla lettura di Zarathustra di Nietzsche». 
Non è la prima volta che Vasco cita il pensatore tedesco. Senza mai infilarlo direttamente in un brano, come aveva invece fatto ironicamente Zucchero in «Nice (Nietzsche) che dice», il rocker da quando lo ha scoperto a fine anni Novanta lo ha spesso citato come punto di riferimento culturale. 
«Dannate nuvole» è una ballad in cui Vasco riflette sulla vita, sul fatto che tutto avrà fine perché «tutto si deve abbandonare/ niente dura» anche se è difficile perché «non ti ci abitui mai». Ma in fondo va bene così. Perché comunque anche se «non esiste niente/ solo del fumo» e se «sono confuso» perché «niente è vero» non bisogna mollare: «Tu non ti arrenderai». E le nuvole? «Le dannate nuvole rappresentano il mondo nel quale vivo quando non sono coi piedi per terra», spiega Vasco. 
Torniamo a volare basso. Musicalmente quello di «Dannate nuvole» è un Vasco con qualche novità. Ballad delicata, niente chitarra nelle prime strofe, né elettrica né acustica. La scarica rock arriva più avanti, con la chitarra di Stef Burns che si sfoga anche in un assolo (forse un po’ gratuito) che porta Vasco verso quel suono più heavy e tagliente che il rocker ha annunciato di voler portare dal vivo. Tutto registrato col produttore storico Guido Elmi fra gli Speakeasy studios a Los Angeles e l’Open Digital di Bologna. 
I concerti si avvicinano. Tre all’Olimpico di Roma (la «prima» il 25 giugno) e quattro a S. Siro, la seconda casa di Vasco. Il Kom ha cambiato la band: fuori Maurizio Solieri, il chitarrista che era con lui dagli esordi e il batterista Matt Laug, dentro Will Hunt che darà più spinta alla ritmica con la sua doppia cassa e Vince Pastano alla chitarra ritmica. «Il tema di quest’anno sarà: i cambiamenti. Live Kom è un marchio che rappresenta il più potente concerto rock del mondo. Chi vivrà vedrà. State bene voi che a me ci penso io», dice un sibillino Vasco nel backstage del video di «Dannate nuvole», online anche questo da oggi. 
È in arrivo anche il nuovo disco, a tre anni dal precedente «Vivere o niente». «Sarà un grande album, pieno di contrasti, ricco e intenso», anticipa il Komandante. I fan devono aspettare ancora. Uscirà soltanto a novembre, il 4. Vasco prosegue quindi con il suo nuovo modo di proporre le sue canzoni inedite. Non più uno o due singoli che lanciano il disco un paio di mesi prima dell’uscita, ma un processo più dilatato nel tempo. Vasco pubblica brani in libertà, quando il fiuto gli dice che è il momento di farle sentire al pubblico. L’anno scorso è uscito «L’uomo più semplice», dopo l’estate è stata la volta di «Cambia-menti». Ora questo terzo capitolo. E ci sarà sicuramente altro prima di novembre. «Dannate nuvole» sarà disponibile anche come cd singolo, un formato abbandonato dalle case discografiche da qualche anno, privilegio riservato soltanto ad artisti come U2 e Rolling Stones che hanno una fan base di «completisti», disposti a comprare tutto. 

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