giovedì 22 maggio 2014

Contraddizioni ed elezioni



Man mano che si avvicina il giorno delle elezioni, crescono le contraddizioni in seno al popolo. Fioccano accuse reciproche di tradimento o boicottaggio e anche amicizie antiche si sfaldano.

Soprattutto chi si sottrae al sostegno verso la lista della sinistra complementare, la lista Tachipirinas, viene scrutato, sospettato e criminalizzato - a prescindere da ciò che dice - come potenziale quinta colonna del criptofascismo che starebbe per abbattersi sul paese.
Non mancano i ricatti politico-morali e le lezioncine di storia del movimento operaio, persino da parte di chi all'ultimo giro ha votato per Vendola e tutto potrebbe dare tranne consigli di coerenza o acume politico, tattica o strategia.

Consiglierei però di evitare drammatizzazioni eccessive, per tre fondamentali ragioni.

In primo luogo, la misura in cui oggi la nostra area politica può incidere sulla realtà è molto prossima allo zero. E dunque pressoché in nessun modo ciò che noi faremo, in maniera più o meno convinta o organizzata, può influire sull'esito elettorale: si tratta, per lo più, di conflitti immaginari e di scenari desiderati che si svolgono prevalentemente nella nostra testa.

In secondo luogo, è un fatto che nessuno in questa circostanza si identifica con la propria stessa scelta elettorale e tutti ne fanno semmai un uso esplicitamente e programmaticamente strumentale, mettendo in conto che le ricadute politiche del proprio voto saranno - al massimo - solo indirette.
Lo fanno quelli che pensano di votare i Verdi e l'IdV, come lo fanno quelli che pensano di votare M5S. Ci sono persino alcuni comunisti convintissimi che votano per Renzi per accelerarne la caduta; così come altri, altrettanto convinti, lo votano perché la nostra tradizione ci imporrebbe di stare dove stanno i lavoratori. Soprattutto si distinguono però in questo atteggiamento proprio le variegate componenti della lista Tachipirinas. Ciascuna delle quali, oltre ad affidare al proprio voto un intento metaforico, metonimico, eufemistico e così via, dà di questa lista un'interpretazione diversa e vi aderisce con l'intento dichiarato di fottere tutti gli altri partecipanti, che odia in maniera viscerale, e di far saltare il progetto complessivo o comunque di modificarlo in maniera sensibile.
Se sono per primi costoro a fare qualcosa per ottenere qualcos'altro, e a configurare la propria scelta come un campo di lotte, perché non possono farlo anche gli altri?

Infine, perché la vita e la storia continuano.

Calma e gesso, dunque.
E riserviamo gli anatemi a qualcosa di più serio [SGA].

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