mercoledì 5 novembre 2014

Il mercato dei libri investito da una rivoluzione passiva: Amazon lancia la lettura su abbonamento

Si tratta di una forma di colonizzazione, ecc. ecc. Alla quale, tuttavia, è sbagliato oltre che vano contrapporre la nostalgia di un mondo antico che non era affatto bello, ma che viveva in sostanza grazie a quegli autori disposti o costretti a pagare per essere pubblicati [SGA].

Kindle Unlimited, Amazon ti fa leggere quanto vuoi a 10 euro al mese
Un nuovo servizio lanciato anche in Italia consente di scegliere tra 700mila titoli da consultare pagando solo la quota dell'abbonamento
Redazione 4 novembre 2014 Europa

I libri in streaming arrivano in Italia ma i big disertano
Al via il servizio in abbonamento Kindle Unlimited di Amazon: 15 mila i titoli nella nostra lingua, pochissimi i bestseller. I grandi editori: “Ecco perché diciamo no”STEFANIA PARMEGGIANI
ILLIBROn on è più lo stesso. Da ieri anche in Italia si può leggere un romanzo senza comprarlo e senza andare in biblioteca. Lo si può affittare, come un album musicale o una serie televisiva, abbonandosi a Kindle Unlimited, la piattaforma di Amazon che a luglio è stata lanciata in America e dopo poco in Gran Bretagna e Germania. Da settimane si aspettava il debutto italiano. Ieri è avvenuto, in contemporanea con la Spagna: «Lettura illimitata a euro 9,99 al mese», dice lo slogan che invita a provare il servizio gratuitamente per un mese. Il lettore può scegliere tutto ciò che vuole da un catalogo di 700mila titoli, di cui 15mila in italiano, scaricandone fino a dieci per volta sui dispositivi Kindle ma anche su iPhone, iPad, smartphone e tablet Android, pc e Mac. Solo che si deve accontentare: assenti o quasi le novità, pochissimi i bestseller. Gli editori italiani, salvo rare eccezioni, hanno deciso di aspettare: non sono convinti che il modello Spotify si possa applicare all’editoria.
«Non si possono appiattire i libri, metterli sul mercato tutti allo stesso prezzo, indipendentemente dalla qualità e dal valore ». Stefano Mauri, numero uno del gruppo editoriale Gems, non è contento dell’ultima mossa di Jeff Bezos. Non gli piace il modello unico, un t anto al chilo, applicato alla letteratura: «Un conto è Pavarotti, un conto chi canta sotto la doccia. Il primo è frutto di molta fatica e di una durissima selezione naturale». Come a dire: ben venga lo streaming per gli autori fai da te, che si autopubblicano e cercano una vetrina, ma per gli altri meglio i tradizionali canali di vendita. Eppure tra i titoli in vetrina su Kindle Unlimited vi è la saga di Harry Potter, pubblicata da Salani che è uno dei marchi della sua galassia editoriale: «È un accordo a monte preso dalla J. K. Rowling per tutto il mercato internazionale », spiega lui.
Anche Riccardo Cavallero, direttore generale libri trade del gruppo Mondadori, chiude la porta in faccia ad Amazon, facendo una scelta identica a quella che in America ha spinto le Big Five, cioè le cinque più importanti case editrici, a rifiutare l’affitto dei propri libri: «Non ci è sembrato un progetto conforme alla nostra strategia commerciale. Non siamo entrati adesso e non entreremo in futuro». Possibile che si possa rifiutare Amazon? E anche se in Italia gli editori riuscissero a fare fronte comune contro Bezos, la lettura in streaming si può fermare? Nel mondo ci sono altre piattaforme simili, ad esempio l’americana Scribd che ha strappato un actattica: cordo ad Harper Collins, vanta un catalogo di 400mila libri e ha un sito con 80 milioni di visite mensili. Oppure Oyster che offre i volumi di sei dei dieci più grandi publisher americani, tra cui Simon& Schuster. «Per ora le nostre priorità sono altre — sostiene Cavallero — se non riusciamo ad equiparare l’Iva degli ebook a quella della carta, il mercato digitale sarà definitivamente affossato, streaming o non streaming».
Più prudenti Feltrinelli, che resta alla finestra in attesa di conoscere l’impatto di Kindle Unlimited sui lettori digitali, e Rcs. Il direttore generale Massimo Turchetta è possibilista: «Guardiamo con grande curiosità a questo nuovo modello di business che osserviamo con interesse già dall’esperienza americana ». Ma per ora niente: i suoi libri sono esclusi dalla lettura illimitata. Dietro la prudenza potrebbe esserci una valutazione alcuni editori starebbero pensando a delle piattaforme simili da allestire in casa propria. Per ora lo hanno fatto con Bookstreams ventinove piccoli editori, tra cui Nottetempo e Nutrimenti. E Laterza, che ha lanciato sul mercato Lea, piattaforma digitale che mette a disposizione dell’utente 500 libri. «Non è solo un luogo dove leggere — spiega Giuseppe Laterza — ma un club dove fruire di contenuti aggiuntivi, interagire con gli autori, riconoscersi nell’identità della nostra casa editrice». Dato l’investimento in proprio, ovviamente non ha aderito a Kindle Unlimited.
Tra gli editori che lo hanno fatto c’è invece Elido Fazi. «Il mio fatturato dipende per il 30% dagli ebook. È una quota molto alta, ovvio che sono interessato a nuove piattaforme e servizi». La sua è stata una scelta calcolata: «Amazon mi ha fatto un offerta per i singoli libri e io ho valutato quali di questi mi conveniva dare in abbonamento per un anno, e quali continuare a vendere solo nella forma tradizionale». Alla fine ha scelto di mettere su Kindle Unlimited quattrocento volumi tra cui un capolavoro come Stoner di John Edward Williams. Anche Newton Compton ha aderito alla piattaforma, ma con cautela: «Abbiamo un catalogo di tremila titoli — dice l’editore Raffaello Avanzini — e ad Amazon abbiamo dato non più di 180 libri. Molti di questi sono liberi dai diritti, gli altri sono o i primi romanzi di una saga o titoli che possono fare da richiamo per un autore». Non crede che l’abbonamento possa sostituir- si alle vendite: «Parliamoci chiaro: quanti libri si possono leggere in un mese? Il paragone con Spotify o Netflix non regge». Ma se gli editori italiani hanno rifiutato o accettato con poco entusiasmo Kindle Unlimited, come ha fatto Amazon a debuttare sul mercato italiano con quindicimila titoli? «Con il self publishing », sostiene ancora Avanzini.
Malgrado lo scetticismo degli editori italiani, Amazon sottolinea tutti i vantaggi per l’utente. «D’ora in poi i clienti italiani potranno esplorare nuovi autori, libri e generi — afferma Jorrit Van der Meulen, vice presidente Kindle Europa — Kindle Unlimited offre ai nostri clienti un modo semplice e conveniente per scoprire migliaia di libri, incluse centinaia di novità, apprezzare gli autori in lingua originale e godersi incontri inaspettati con nuove storie e personaggi». I lettori possono fare zapping tra testi simili, iniziare a leggere e abbandonare dopo poche pagine ciò che non piace, accedere a una biblioteca sterminata in altre lingue, sperimentare generi a cui non si erano mai avvicinati. E come per la musica, come per le serie televisive, potranno evitare di comprare i libri. Purché li scelgano tra quelli in catalogo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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5 nov 2014 Libero UGO BERTONE
Ben venga la tecnologia, se favorisce la lettura di saggi e romanzi, entrambi Cenerentola nella società della comunicazione. Ben venga Amazon, la macchina da guerra allestita da Jeff Bezos, pirotecnico genio della new economy, se riuscirà a legare i lettori ad un’innovativa versione online del vecchio Club del Libro: d’ora in poi basteranno 9,90 euro al mese per iscriversi a Kindle Unlimited ed aver così diritto a disporre, senza altra spesa ad un catalogo di 15 mila volumi in italiano (tra cui «La saga di Harry Potter», «Dodici anni schiavo» ed altri best sellers) su un database di 700 mila opere. «D’ora in poi - esulta Jorrit van der Maulen, vice presidente di Kindle Europe - i clienti di Amazon potranno esplorare nuovi autori, generi e libri in un modo semplice e conveniente». Basterà un clic per entrare in un universo di migliaia di titoli, che potranno essere scaricati non solo via Kindle ma anche via tablet, smartphone, iPad o pc. Provare per credere: per 30 giorni, dopo l’iscrizione presso il sito di Kindle unlimited, la prova sarà gratuita.
Fin qui le meraviglie dell’offerta di Jeff Bezos, il visionario pioniere della new economy che si propone di rivoluzionare l’industria del libro, come nessuno ha fatto dai tempi di Gutenberg. Attenzione: visionario sì, ma spietato. Ne sa qualcosa Hachette, l’editore che combatte in trincea la sua guerra, probabilmente già persa, contro Amazon che ormai controlla il 40 per cento dei libri venduti sul mercato Usa: Hachette, la quarta editrice al mondo, ha rifiutato di iegarsi al diktat di Amazon che ha chiesto forti sconti sugli e book degli autori di successo per accedere alla distribuzione elettronica. Di fronte al rifiuto è scattato l’embargo: i libri di Hachette, tra la stessa trilogia di Harry Potter, sono stati consegnati per mesi con forti ritardi nonostante la protesta di circa mille autori in difesa dell’editore
a ci vuole ben altro per condizionare le visioni di Bezos: non è certo il profitto a breve termine o la popolarità presso gli intellettuali a condizionare le sue scelte. Per ora l’avventura di Kindle gli è costata un sacco di quattrini, come dimostra la trimestrale in rosso (473 milioni di deficit) a fine settembre, ma Bezos, che ha già investito milioni di dollari per una serie di razzi e una piattaforma a Cape Canaveral per le prossime crociere spaziali, confida che alla fine i conti possano tornare: combattere i business plan di Amazon, che può permettersi di chiudere in rosso per anni in attesa di sgominare i concorrenti, con le armi dell’editoria
Jeff Bezos alla presentazione dell’ennesim a versione del suo Kindle nostrana equivale a sfidare un bazooka con un fioretto.
Fin qui il calcolo economico, che non è tutto. La platea dei bibliofili italiani, assicurano gli scettici, saprà opporre la sua diga all’avanzata del libro digitale. Ma prevalgono le «Cassandre. »: che fine faranno le librerie vecchio stampo, quelle che sono sopravvissute all’avanzata dei megastores, di fronte all’offerta elettronica a suon di discount che già dilaga nelle riserve protette (vedi i libri scolastici, presto anche l’usato)? E quale autonomia avrà la cultura futura davanti ai talent scout elettronici alla ricerca di best sellers da offrire in pasto a lettori a caccia di emozioni facili? Si può ribattere che certi sociologismi facili fanno più danno della cultura di massa in tutte le sue declinazioni, compreso l’Amazon pensiero. Il che è in parte vero. Non c’è niente di male a garantire, soprattutto in tempi di crisi, una o più buone letture al mese al prezzo di una pizza.
Ma le controindicazioni non mancano. Amazon, all’apparenza democratico, tende senz’altro ad omologare gli stili e a privilegiare autori ed opere già note o comunque sostenute dalla promozione, specie on line. Sarà più difficile emergere o, ancor più grave, uscire «dalla dittatura del pensiero unico», perno di una società che tutela sempre di più i diritti del cliente (che paga meno) rispetto ai lavoratori (vedi i dipendenti sotto pagati dei magazzini Amazon). Chissà, forse gli autori del futuro si organizzeranno in tipografie clandestine, come gli stampattori veneziani ai tempi della Controriforma. O i lettori reagiranno conto i ribelli di Farenheit 451. Oppure, ed è più facile, leggeranno i libri via Kindle (o concorrenti) felici di non dover più caricarsi di libri al momento di andare in vacanza: le Cassandre vanno rispettate, ma è meglio non prendele troppo sul serio.

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