mercoledì 14 gennaio 2015
Duemila di colonialismo occidentale in Medio Oriente avranno pure prodotto qualche conseguenza
di Maria Pellegrini, Umbrialeft 14/01/2015
Mentre giorni fa seguivo davanti allo schermo televisivo l’oceanica manifestazione, grido di protesta civile di Parigi, città ferita e sotto choc come tutti noi, per la follia jihadista, mi colpì la frase di un giornalista: «I terroristi sono addestrati nello Yemen per portare la paura tra gli infedeli». Quelle parole continuavano a martellarmi nella testa finché non misi a fuoco la posizione geografica dello Yemen, regione a sud dell’Arabia Saudita bagnata dal mar Rosso e dall’oceano Indiano dove un tempo regnava la leggendaria regina di Saba, protagonista di un racconto biblico: andò a Gerusalemme con grandi ricchezze, con cammelli carichi di aromi, di molto oro e di pietre preziose per mettere alla prova la saggezza di Salomone, che non la deluse, anzi ne rimase affascinata. «Non arrivarono mai tanti aromi quanti ne portò la regina di Saba a Salomone» è scritto nella Bibbia. Saba evoca l’immagine di un territorio fiabesco, ricco di oro, ed odoroso di profumi d’Oriente, incenso, mirra, il cinnamono, cassia. Il regno di Saba era localizzato nella regione che oggi si chiama Asir, nel Sud Ovest dello Yemen e la sua capitale Marib, era vicina all’odierna capitale Sana’a dove Pasolini girò un indimenticabile documentario, Le mura di Sana’a. Difficile conciliare l’atmosfera fiabesca della magica Sana’a con quanto oggi leggo su Repubblica. it «Yemen, paese nel caos: al-Qaeda avanza nel sud-ovest, nuova minaccia jihadista all’orizzonte»...
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