Tommaso Summa di teologica chiarezza
lunedì 12 gennaio 2015
L'edizione integrale della Somma Teologica di Tommaso d'Aquino
Tommaso d'Aquino: La Somma Teologica, parte I-II e parte III: pagg. 1820, € 80 e pagg. 1216, € 50. L'opera in 4 volumi, di circa pagg. 6000, costa € 230, Edizioni Studio Domenicano
Tommaso Summa di teologica chiarezza
di Armando Torno Il Sole Domenica 11.1.15
Il sistema dottrinale di Tommaso d'Aquino, morto nel 1274 a una
cinquantina d'anni, fu ostacolato dai contemporanei e guadagnò a fatica
credito fuori dall'ordine domenicano. Soltanto con il Concilio di Trento
– XVI secolo – la sua opera si impose all'attenzione universale. La
Seconda Scolastica, animata nel tardo Cinquecento da gesuiti acutissimi
quali Francisco Suarez o Juan de Mariana, ne diffuse le idee
influenzando diritto, politica, teologia. Giovanni XXII lo canonizzò nel
1323 e Pio V nel 1567 lo dichiarò Dottore della Chiesa; ebbe tra i
titoli soprattutto quello di Doctor angelicus. Leone XIII nella Aeterni
Patris (1879) ne rilanciò il pensiero: tra i filosofi. Il neotomismo che
seguì nel secolo scorso vantò esponenti quali Maritain, Gilson,
Bontadini, Vanni Rovighi.
L'opera principe, oltre che di maggior estensione, di Tommaso è La Somma
Teologica (Summa Theologiae), divisa in tre parti e iniziata a Roma nel
1265: fino al 1268 scrisse la prima pars; la prima secundae la vergherà
a Parigi nel 1270, mentre la secunda sucundae sarà terminata nel 1271;
la tertia pars, avviata a Parigi nel 1271-72, verrà continuata (ma non
terminata) a Napoli. La penna si ferma alla questione 90 articolo 4
della terza parte; è il fatidico 6 dicembre 1273, giorno in cui
l'Angelico rinuncia a ogni attività intellettuale. Alle obiezioni di
Reginaldo da Piperno, che gli era confidente confessore segretario,
replica: Le testimonianze concordano: gli accadde qualcosa di
straordinario durante la celebrazione dell'Eucarestia nell'autunno di
quel 1273; la sua vita non fu più la stessa.
Summa indica un compendio universitario, testo che segue un piano
ordinato di trattazione della materia. Tommaso la concepì con fine
pedagogico, proponendosi - senza apologie o polemiche – di trattare con
chiarezza gli argomenti, offrendo risposte con riferimenti
indispensabili. Fondandosi sull'autorità della Scrittura e di Agostino,
il domenicano estende l'impianto aristotelico alla teologia. L'opera è
razionale: divisa in parti con la medesima struttura, ognuna di esse si
ripartisce in questioni dedicate al tema da trattare, e le questioni si
suddividono in articoli formulati con una domanda. Sono enunciati gli
argomenti contro la tesi proposta, poi quelli a favore; seguono le
risposte, eventuali riflessioni e talvolta contestazioni o altro.
Ebbe la prima integrale a stampa nel 1485 a Basilea; fu tradotta in
italiano tra il 1950 e il 1974 da Salani, a cura di Tito Sante Centi: 35
volumi con il latino a fronte. La stessa è stata rivista e riedita
dalle Edizioni Studio Domenicano di Bologna, le quali stanno recando
nella nostra lingua tutto Tommaso. Nel 1996 ci fu, sempre per la casa
bolognese, l'edizione di Roberto Coggi solo in volgare (6 tomi). E ora,
curata di Giuseppe Barzaghi e Giorgio Carbone, ulteriormente riveduta,
queste edizioni pubblicano l'integrale della Summa Theologiae in 4
volumi, con testo e traduzione su doppia colonna; 2 tomi (parti I e
II-I) uscirono prima dell'estate e in dicembre sono apparsi gli altri 2
(parti II-II e III). Impresa editoriale lodevolissima per un'opera che è
ancora un riferimento.
Nella seconda parte, sezione seconda, Tommaso tratta tra l'altro della
guerra giusta, ammette che è lecito tendere insidie (q.40, a.3), che in
una rissa «peccano quelli che si difendono ingiustamente» (q.41, a.1).
Esamina i prestiti e condanna l'usura, giacché (q.78, a.1). Nella terza
parte, ove si parla di Cristo, ribadisce che non ha avuto un corpo
celeste ma terrestre, riprendendo la definizione di Aristotele: «Essendo
la forma dell'uomo una certa realtà naturale, esige una determinata
materia, ossia la carne e le ossa, che vanno poste nella definizione
dell'uomo, come insegna il Filosofo» (q.5, a.2). È ancora il pensatore
greco che aiuta Tommaso a sciogliere il dubbio se «la Beata Vergine ha
avuto in qualche modo un ruolo attivo nel concepimento del corpo di
Cristo» (q.32, a.4), mentre Dionigi l'Aeropagita lo supporta per
dimostrare che il suo concepimento non è stato naturale (q.33, a.4).
Si narra che sovente lo chiamassero per la riservatezza e per le
dimensioni corporee. Eppure pochissimi seppero essere eloquenti e agili
in teologia come lui.
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