sabato 21 febbraio 2015
Masullo denuncia il dilagare del nichilismo. Dopo l'esperienza nel Pds vorrei vedere
Risvolto
Il nichilismo non
è più scandalo teorico della ragione e reazione speculativa, ma
effettivo esito patologico della nostra civiltà: è nichilismo reale, è
un sentirsi il nulla, è nientificazione del sé e del mondo. Questo
suggerisce non tanto una discussione sull'essenza del nichilismo, quanto
una esplorazione di stati di nichilismo, di "focolai nichilistici"
accesi nella nostra estenuata modernità, di "sintomi" della cultura
europea affetta da nichilismo. La tecnologia e la velocizzazione del
mutamento, l'accelerazione del quotidiano, l'immediatezza del repentino,
il delirio di eventi puntiformi, mostrano l'istantaneo senza ragione e
il vuoto del presente, negano l'opera viva di mediazione tra futuro e
passato: la rovina del "medio" annuncia la crisi della modernità. La
potenza del dubbio si è trasformata nell'impotenza della negazione. Così
l'ermeneutica e la decostruzione riducono l'altro alla negatività del
caso, all'inutile spostamento di margini, al nulla. Il gioco diviene
l'interminabile riscrittura, una scacchiera infinita, l'avventura
seminale della traccia, un puro accadere di differenti che si priva del
"codice" e della "serietà della vita". Contro il totalitario dissenso e
l'inimicizia assoluta, contro la guerra come malattia dell'esistere, va
oggi riattivata la "volontà di verità" in quanto "volontà di con-senso",
di eros e di grazia."
Giorgio Agnisola Avvenire 21 febbraio 2015
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