venerdì 13 febbraio 2015
Università a sportello...
di Marzio Bartoloni Scuola24 13 2 2015
"La nuova abilitazione scalda i motori. Dal 28 febbraio, a meno di proroghe in extremis, parte il meccanismo per la selezione dei futuri docenti universitari rivisto l’estate scorsa dalla riforma della Pa (il Dl 90/2014) e che di fatto ha cancellato il sistema del “bando-domande” applicato nelle ultime due tornate - 2012 e 2013 (quest’ultima si sta concludendo solo ora) - tra mille polemiche. Il ministero sta infatti completando due decreti ad hoc: un Dpr per disciplinare le procedure della nuova abilitazione a sportello e un Dm - che in questi giorni sarà inviato a Cun e Anvur - per definire parametri e indicatori per valutare gli abilitandi.
La nuova abilitazione
Con la nuova procedura che a meno di sorpresed dovrebbe scattare entro un paio di settimame - nei giorni scorsi si era pensato a una miniproroga da inserire nel Dl milleproroghe ora all’esame del Parlamento - la presentazione della domanda per essere abilitati e poter accedere così alle chiamate dei singoli atenei avverrà senza scadenze prefissate: in sostanza la selezione degli aspiranti professori sarà ancorata al numero di riunioni delle commissioni esaminatrici che si dovrebbero riunire 3-4 volte esaminando blocchi di candidature. L’abilitazione a sportello - con domande che potranno essere presentate in ogni momento - partirà il 1 marzo di quest’anno e durerà fino al 2017. Ogni candidato - questa una delle novità più attese nel nuovo decreto che modifica il Dpr 222/2011 - riceverà entro poco tempo (non più di qualche settimana) una risposta sul superamento delle condizioni minime per partecipare alla selezione. Un modo questo per consentire al candidato nel caso di ritirarsi. Le nuove regole prevedono tra l’altro che la nuova abilitazione nazionale terrà in carreggiata i vincitori per sei anni invece che quattro come oggi (la regola varrà anche per chi ha superato le due tornate che si sono già svolte). Inoltre chi non ha superato l’esame dovrà aspettare solo un anno per poter ripresentare una domanda per lo stesso settore e per la stessa fascia o per la fascia superiore anziché due anni; senza contare che anche i “bocciati” delle tornate già fatte negli anni passati avranno la possibilità di ripresentarsi con le nuove regole già dal 1 marzo.
Cambiano come previsto anche i criteri di valutazione degli aspiranti professori. La riforma della Pa aveva già previsto che le pubblicazioni minime da allegare alla richiesta dovevano scendere a dieci da dodici con le Commissioni esaminatrici che vedranno la riduzione da 30 a 20 del numero di professori di prima fascia che devono afferire, a regime a ciascun settore concorsuale. Viene inoltre eliminata la partecipazione di un commissario in servizio all’estero, il cosidetto membro Ocse che tanti problemi ha provocato nelle due precedenti tornate con tanto di code di ricorsi al Tar. La bozza di decreto ministeriale che modifica il Dm 67/2012 sui nuovi indicatori - che a giorni arriverà per i previsti pareri al Cun e all’Anvur - punta anche a superare le tanto contestate mediane e a omologare i criteri di valutazione dei candidati delle materie umanistiche e scientifiche . Con criteri e parametri che saranno differenziati per settore concorsuale, e non più per area disciplinare. Allo studio anche un lasso di tempo definito della vita accademica del candidato (10-15 anni) da prendere in considerazione per le pubblicazioni e le citazioni. Di sicuro c’è che anche la nuova abilitazione appena sarà a regime si porterà dietro polemiche e detrattori anche perché da ora in poi gli atenei che faranno un cattivo reclutamento saranno penalizzati nella distribuzione della quota premiale del fondo di finanziamento ordinario (Ffo) delle università.
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