domenica 1 marzo 2015
Torna il libro di Stefano Zweig su Mesmer
Stefan Zweig: Franz Anton Mesmer, Castelvecchi
Risvolto
Franz Anton Mesmer, medico tedesco
vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, fu per Stefan Zweig il primo a
proporre un approccio sperimentale allo studio della mente. La sua
teoria del magnetismo, sempre rifiutata dalla comunità scientifica, ha
nondimeno contribuito a mutare profondamente il metodo terapeutico,
aprendo la strada alle ricerche sulla suggestione e sulla cura del corpo
attraverso lo spirito. Zweig – affascinato dalla figura di questo
indomito sconfitto, che fu al tempo stesso in anticipo e in ritardo sul
suo tempo – ne racconta la popolarità e i rovesci, la fede incrollabile
nella propria scoperta e il drammatico conflitto con l’Accademia.
Scritta anche per riabilitare il medico dal giudizio sprezzante maturato
nel corso degli anni e per distinguerlo dalla moda postuma del
«mesmerismo», questa biografia racconta un’Europa divisa tra la febbre
dell’occulto e le sfide dell’Illuminismo, e scossa dal turbine della
Rivoluzione Francese.
Il magnetismo del dottor Mesmer, antenato dell’inconscio di Freud
Torna il libro con cui Stefan Zweig riabilitò il medico tedesco facendone un anticipatore ignaro della psicanalisi
di Claudio Gallo La Stampa 26.2.15
Se
dite a qualcuno che ha lo sguardo mesmerico, magari intendendo fare un
complimento, riceverete un’occhiata perplessa, c’è da giurarlo. Eppure, a
cavallo fra il ’700 e l’800, ci fu un tempo in cui in Europa (il centro
del mondo, allora) il dottor Franz Anton Mesmer era celebre quanto
Malala oggi. Stimato medico tedesco, massone, viennese d’adozione, amico
della famiglia Mozart, credette di scoprire il magnetismo animale:
un’oscura forza vitale negli esseri e nelle cose, un flusso impalpabile
che la medicina poteva piegare ai fini della guarigione. Dopo i primi
entusiasmi e i primi dubbi, la scienza ufficiale screditò la scoperta,
ma non riuscì a guastare la fama del suo artefice, non subito almeno.
Ricco, divenne ricchissimo, si trasferì nella Parigi pre rivoluzionaria e
conobbe un successo favoloso. Al picco della fortuna seguì la caduta a
precipizio. Senza denaro, scacciato dalle capitali europee, finì a
curare i contadini in un villaggio dell’accogliente Svizzera, mentre
l’incendio napoleonico infuriava intorno. Morì vecchio e dimenticato
nella sua Iznag, sul Lago di Costanza nel 1815. Napoleone aveva davanti i
suoi ultimi cento giorni.
La vita straordinaria di Mesmer fu
raccontata nel ’900 dalla prosa leggera e scintillante di Stefan Zweig.
Lo scrittore austriaco cercò di riabilitare il grande magnetizzatore con
un libro del 1931 dedicato a Einstein, Die Heilung durch den Geist (La
guarigione attraverso lo spirito), dove Mesmer, Mary Baker-Eddy, la
creatrice della Christian Science e Sigmund Freud sono legati da un filo
rosso.
Il libro fu subito tradotto in Italia da Lavinia
Mazzucchetti, celebre germanista e antifascista, per Sperling e Kupfer.
Il titolo italiano diventato L’anima che guarisce, sarà riproposto pari
pari da e/o nel 2005. Proponendo un’altra variazione nella traduzione di
«Geist», la più recente edizione in inglese fa: Mental Healers: Mesmer,
Eddy and Freud (Guaritori mentali, etc.). Spirito, anima, mente: non
resta che «cervello» nella scala dell’attualizzazione.
Adesso
Castelvecchi scorpora dalla vecchia e ancor ottima versione italiana la
parte dedicata a Mesmer e propone un agile libretto. L’operazione non è
nuova, l’editore Lucarini aveva pubblicato nel 1991 soltanto la parte
dedicata a Freud. I collezionisti aspettano l’«a solo» italiano di Mary
Baker-Eddy: se uscirà sotto una nuova egida, potranno avere un libro
pubblicato a rate per tre tipi diversi.
Non c’è nulla di tenebroso
nel Mesmer di Zweig, è un’omone buono e quadrato, innamorato delle sue
scoperte, il successo non gli dà alla testa. Facile per noi ridere del
suo «mastello della salute», colmo di benefica acqua magnetizzata,
bisognerebbe guardarlo con gli occhi incantati del ’700.
Paradossalmente, è uno scienziato che anticipa lo spirito positivistico
di pochi decenni dopo. Saranno i suoi forsennati seguaci a travalicare
il confine tra osservazione medica e delirio immaginativo. Mesmer lo
aveva capito: «Nella leggerezza e nell’imprudenza di coloro che imitano
il mio metodo sta la ragione di molti pregiudizi contro di me».
Zweig
ne fa un precursore di Freud, passando per la forza guaritrice della
preghiera, predicata nell’800 da Mary Baker-Eddy in America. Inventando
il magnetismo animale, Mesmer anticipa, pur inconsapevolmente, il potere
dell’inconscio. La suggestione guariva i malati, non il magnetismo.
Cos’erano, argomenta Zweig, se non le pulsioni sommerse della psiche a
scuotere le nobildonne parigine, tremanti in cerchio o dentro al
mastello risanatore, in attesa delle mani tiepide del curatore? La
teoria del magnetismo prevedeva che la guarigione avvenisse al culmine
di una crisi. Nella grande casa parigina di Mesmer c’era «la sala delle
crisi», dove i maggiordomi portavano i più esagitati a sbollire. Non è
un caso che il tasso delle guarigioni fosse più alto nelle malattie
nervose.
Il mesmerismo darà alla luce due figli molti diversi tra di
loro: l’ipnotismo, che affascinerà il giovane Freud; e lo spiritismo che
continua, con alterne fortune, a far traballare i tavolini,
specialmente in Sud America. L’idea di una forza misteriosa che pervade
l’universo ritornerà più volte dopo la morte di Mesmer, sotto molte
vesti. Come se un archetipo ostinato spingesse la psiche a sentirsi una
cosa sola con il mondo.
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