martedì 21 aprile 2015

40 anni dall'Anti-Edipo

Legge, desiderio, capitalismoLegge, desiderio, capitalismo. Deleuze, Lacan e la psicoanalisi a quarant'anni dalla pubblicazione de L'anti-Edipo, Bruno Mondadori

Risvolto

Sono trascorsi quarant'anni dalla pubblicazione de "L'anti-Edipo", un testo che con il suo stile energico e le sue tesi radicali irruppe sulla scena degli anni Settanta con straordinaria diffusione ed effetti epocali. Se fino ad allora la psicoanalisi veniva innalzata sulle barricate insieme ai testi marxisti, Deleuze e Guattari interrompevano drasticamente questo connubio. Contemporaneamente il più affollato appuntamento di studenti e intellettuali di Parigi continuava a essere il Seminario dello psicoanalista Jacques Lacan. Con lui però le tesi di rottura del libro intrattenevano un riferimento più ambiguo. Nel dibattito contemporaneo Deleuze e Lacan restano due riferimenti imprescindibili. Cosa dunque è in gioco nel loro rapporto? Quale assetto assumono oggi i termini cruciali di legge, desiderio e capitalismo? 





Un godimento in cerca di libertà 
Saggi. «Legge, desiderio, capitalismo», un volume collettivo per Bruno Mondadori. Frutto di un seminario sull’«Anti-Edipo», affronta il nodo della sottrazione dal dominio 

Loris Narda, il Manifesto 21.4.2015 

Il volume Legge, desi­de­rio, capi­ta­li­smo (Bruno Mon­da­dori, pp. 248, euro 19) è il frutto di un semi­na­rio orga­niz­zato da Fede­rico Chic­chi a Bolo­gna nell’ottobre del 2012 in occa­sione dei qua­ranta anni dalla pub­bli­ca­zione dell’ Anti-Edipo di Gil­les Deleuze e Felix Guat­tari, al quale par­te­ci­pa­rono, tra gli altri, Franco Berardi, Ubaldo Fadini, Mas­simo Recal­cati, Pino Pitasi e Paolo Godani. 
L’Anti-edipo è un testo com­plesso e allo stesso tempo pre­cur­sore e chia­ri­fi­ca­tore di tra­iet­to­rie del pen­siero con­tem­po­ra­neo a cavallo tra psi­coa­na­lisi, filo­so­fia, pra­tica psi­co­te­ra­peu­tica e pra­ti­che poli­ti­che legate agli anni Ses­santa e Settanta 
Legge,Desiderio,Capitalismo si divide in tre sezioni («Al di la’ di ogni legge», «Il desi­de­rio è rivo­lu­zio­na­rio», «il capi­ta­li­smo non ha limite esterno») e rac­co­glie sedici saggi che resti­tui­scono altret­tante pro­spet­tive, che spa­ziano dal rap­porto tra desi­de­rio e godi­mento, dal rap­porto tra pra­tica ana­li­tica e società psi­coa­na­li­ti­che, fino al con­fronto tra «Com­plesso di Edipo» e sce­nari post-Edipici, il tutto all’incrocio tra le figure di Jac­ques Lacan e Deleuze-Guattari.
Il volume si apre con un sag­gio di Patrick Land­man, che ricorda come il libro sia il frutto di uno psi­chia­tra (Guat­tari) e un filosofo(Deleuze), frutto cioè di uno sguardo trans­di­sci­pli­nare sulla psi­coa­na­lisi e piu in gene­rale sui pro­cessi di sog­get­ti­va­zione. Lan­da­man mette in luce come l’Anti-Edipo si sca­gliasse con­tro una casta di psi­coa­na­li­sti con­ser­va­tori e rea­zio­nari in que­gli anni, fino a spin­gersi a essere con­tra­ria a togliere l’omosessualità come disturbo dal manuale dia­gno­stico DSM-III, al con­tra­rio degli aspetti piu «rivo­lu­zio­nari» degli scritti freu­diani come i Tre saggi sulla ses­sua­lità dove viene for­man­dosi la cate­go­ria di «libido» che ricom­prende nella ses­sua­lità anche gesti appa­ren­te­mente inac­co­sta­bili come l’allattamento materno. 
In que­sto qua­dro il com­plesso di Edipo viene usato dagli psi­coa­na­li­sti per defi­nire una «cli­nica» delle psi­cosi, che però fun­ziona con altre dina­mi­che rispetto a quelle pre­mi­nen­te­mente fami­liari espresse nel com­plesso freudiano. 
Apre il suo sag­gio sot­to­li­neando l’ambivalenza di fondo di Freud e di Lacan Mas­simo Recal­cati, met­tendo in luce come molte cri­ti­che che l’Anti-Edipo fa a Lacan sono le stesse che lui faceva alle orga­niz­za­zioni psi­coa­na­li­ti­che dell’ortodossia freu­diana, come la bat­ta­glia con­tro «l’uso ridut­ti­vi­stico dell inter­pre­ta­zione seman­tica», il rifiuto di una «con­ce­zione narrativo-rappresentativa dell’inconscio» e di met­tere in evi­denza il suo carat­tere pro­dut­tivo, con­tro un post-freudismo che ridu­ceva la pra­tica psi­coa­na­li­tica all’occupazione colo­niale dell’Es da parte di un Io adde­strato dall’identificazione all’Io dell’analista. 
La con­trad­di­zione tra il lato «rivo­lu­zio­na­rio» di Freud in quanto sco­pri­tore del desi­de­rio e la fun­zione che spesso ha la psi­coa­na­lisi nell’agevolare e nel miglio­rare la repres­sione capi­ta­li­sta è il punto di par­tenza di Fede­rico Chic­chi, per arri­vare a un intrec­cio dell’analisi sociale del capi­ta­li­smo cogni­tivo con il decen­tra­mento del pro­cesso di edi­piz­za­zione, non più cen­trale e fon­dante rispetto all’ordine sociale, pro­prio per la cre­scente fra­gi­lità del legame sociale pro­vo­cata dagli enormi cam­bia­menti nella dimen­sione spazio-temporale e pro­dut­tiva della vita sociale rispetto al fordismo. 
Di que­sta nuova dimen­sione esi­stono i lati oscuri, come un desiderio\godimento poco arti­co­la­bile in un pro­cesso di sog­get­ti­va­zione pla­stico e non tos­sico; ma ne esi­stono anche le poten­zia­lità molto diverse da quelle di una moder­nità edi­pica di com­pro­messi patriar­cali e industriali. 
In que­sta nuova con­di­zione con­cetti come «castra­zione, padre ed Edipo» riman­gono sti­to­lati e per­dono la loro centralità. 
Lacan e Deleuze secondo Chic­chi non vanno visti come alter­na­tivi. Anzi molti sono i punti di con­tatto a par­tire dal semi­na­rio del ’69( XVII) in cui il godi­mento viene defi­nito come «un resto che sfugge al discorso dell’Altro», pas­sando per un Lacan che negli anni Set­tanta lavora per supe­rare l’era dell’interpretazione in psi­coa­na­lisi, lad­dove que­sta inter­pre­ta­zione non per­mette di rica­vare alcun sapere sul soggetto. 
Dun­que Lacan si muove verso un incon­scio reale, cer­cando di arti­co­lare il godi­mento al desi­de­rio facendo emer­gere «l’elemento fuori senso e irri­du­ci­bile di godi­mento che il sin­tomo ha con se», che possa por­tare a un «saperci fare con il pro­prio godi­mento» cer­cando di anno­dare simbolico(desiderio) e reale (godi­mento). Da qui la pro­po­si­zione che l’Anti-Edipo porta un attacco a un Lacan che non c’è più. 
Viene così asse­gnata cen­tra­lità alla cate­go­ria di «pul­sione» come esl­bao­rato dall’ultimo Lacan, vicina al vita­li­smo di Deleuze. Un volume del quale si sen­tiva il biso­gno in un clima, di movi­mento e non, dove invece la spe­ri­men­ta­zione viene svolta all’interno di cer­tezze auto­ve­ri­fi­cate, che sem­brano scio­gli­lin­gua da impa­rare a memo­ria, tanto ras­si­cu­ranti quanto inu­tili per pro­vare a leg­gere e tra­sfor­mare il presente.

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