sabato 4 aprile 2015
Un libro su Henri Bergson
Riccardo Roni: La visione di Bergson. Tempo ed esperienza del limite, Mimesis
Risvolto
La mente, nella cultura filosofico-scientifica
occidentale, è stata per lungo tempo rappresentata come un sistema di
specchi installati di fronte a una realtà in progressione dinamica. Come
potrebbe uno specchio - costitutivamente estraneo alla realtà che
fronteggia - riflettere di questa non solo immagini superficiali, ma
anche configurazioni in grado di riprodurre fedelmente i processi
interni, non visibili, della sua formazione? Dopo Kant ed Hegel, Bergson
attinge ad un "pensiero-limite" che gli consente di leggere il mondo
della coscienza come un modo d'essere "estremo". Guardando con coraggio
nei fondali oceanici del "moi profond", Bergson inaugura un originale
percorso di riscoperta dell'assoluto nel limite spazio-temporale del
"moi social" attraverso un nuovo modo di vivere il tempo e il rapporto
mente/corpo. In questa cornice, il distacco del soggetto dalla realtà
intuita mediante l'atto della visione, consente a Bergson di sviluppare
l'indagine dello sfondo virtuale della percezione e dei suoi universi di
senso anteriori. Agli occhi del filosofo, il fenomeno anomalo della
"vision panoramique des mourants" acquista così la funzione di ricordare
al soggetto che le proprie azioni devono essere prese sul serio, perché
tutto ciò che egli è stato e che sarà si conserva fatalmente nel
ricordo, fino all'ultimo istante di vita...
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