mercoledì 27 maggio 2015
Non è Possibboli
Civati lancia «Possibile», Landini low profile
Sinistra in Italia. A giorni nasce il partito. Fiom defilata nella due giorni di lancio. «Non escludiamo nessuno», dice l’ex pd. Ma c’è già chi si sente sorpassato. Il sindacalista cerca di non personalizzare il nuovo progetto
Massimo Franchi il Manifesto 27.05.2015
Pippo Civati accelera e infastidisce i possibili alleati. Maurizio Landini invece defila se stesso e la Fiom all’interno della Coalizione sociale.
Il successo di Podemos e dei movimenti spagnoli continua ad agitare le acque a sinistra del Pd. Con comportamenti opposti e — le solite — polemiche tra possibili compagni di strada che continuano a farsi i dispetti come i bambini.
In realtà Pippo Civati aveva lanciato «Possibile» lo scorso luglio a Livorno. Ora chi ha partecipato a quella esperienza– circa 50mila persone — sarà la base di quello che senza mezzi termini si può chiamare un partito. Partito che nelle intenzioni del suo creatore si misurerà già domenica nelle elezioni in Liguria: la percentuale raggiunta da dal fedelissimo Luca Pastorino sarà il termometro dell’appeal del nuovo movimento che cerca di sfruttare l’onda iberica di Podemos.
Già mercoledì 3 giugno potrebbe esserci il varo del nuovo partito che si baserà su una struttura leggera e su una partecipazione continua dei comitati (bastano 10 aderenti per fondarne uno).
«A giugno dopo le regionali presenteremo “Possibile”, un soggetto politico nuovo e fortemente innovativo, orizzontale come una rete e dinamico come un movimento, che non è la trasposizione di modelli stranieri ma sfida i vecchi partiti italiani sul campo della rappresentanza e della partecipazione», ha spiegato Civati in una nota.
«Questo nuovo soggetto — continua Civati — lo mettiamo a disposizione di tutti coloro — singoli cittadini e formazioni organizzate già esistenti — che sono interessati a condividere con noi un modello di lavoro completamente nuovo, che mira a formare una classe dirigente davvero competente e libera, e che si candida a governare il paese, non certo a fare testimonianza. “Possibile” non è uno strappo, è una sfida rivolta a noi stessi e ad altri compagni di strada. Non è contro nessuno e non vuole escludere nessuno, ha l’uguale nel logo che è già una dichiarazione di intenti e proverà a raccontare ai tanti italiani delusi che non è vero, come ci hanno detto in questi anni, che non ci sono alternative, ma che al contrario un’alternativa è Possibile», conclude l’ex deputato Pd.
Civati ha comunque già fissato appuntamenti più ecumenici: il 9 giugno a Rieti con Sel e il suo sindaco Simone Petrangeli e con il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio.
Si chiama subito fuori dal progetto un altro dei presenti alla kermesse di Livorno: Gianni Cuperlo. «Pippo l’ho visto nei giorni scorsi, è un amico, ha fatto la scelta sofferta di uscire dal Pd e guardare altrove. Non è la scelta che abbiamo fatto noi: dentro il Pd conduciamo la nostra battaglia per avere un Pd che sia un po’ più di sinistra di quanto non sia oggi».
Di tutt’altro senso e contesto è invece il percorso della Coalizione sociale lanciata da Maurizio Landini, che continua a ripetere «fino alla nausea» che «nessuno di noi si presenterà mai alle elezioni». Ieri è stata ufficializzata la sede della due giorni romana (6–7 giugno, sabato e domenica prossimi) che darà il via al progetto: si terrà al centro congresso Frentani.
A parte l’indisponibilità di spazi pubblici grandi, la scelta è caduta sul centro dello Spi Cgil per la necessità di avere più sale dove dividersi nelle quatto aree tematiche: Unions (diritti del lavoro), Saperi e conoscenza (diritto alla formazione, scuola e università), Rigenerare le città (diritto alla casa), Economia e politiche industriali alternative (diritto alla salute e ambiente).
La prima giornata sarà dedicata alla costruzione di un programma per ogni area. La seconda invece sarà una plenaria in cui «mischiare e mischiarsi» per dar vita ad un progetto coerente da sviluppare sul territorio.
Come detto la Fiom risulta solamente in mezzo alla cinquantina di adesioni già arrivate (ma se aspettano molte di più), in elenco alfabetico in cui è preceduta dalla Federazione parafarmacie italiane. In tutto il sito il nome di Landini non è nemmeno citato, né nel Documento che fa da manifesto al programma della due giorni. Per non personalizzare troppo il progetto.
«Il mio sarà un intervento a sorpresa», scherza il segretario della Fiom.
Ieri Susanna Camusso, rispondendo ad una domanda, ha sostenuto che «la vittoria di Podemos, in quanto partito politico contraddice il progetto della Coalizione sociale». In realtà la contrarietà della Cgil al progetto non ha impedito all’Unione degli studenti — il sindacato degli studenti che fa riferimento diretto a Corso Italia — di far parte delle associazioni che partecipano alla Coalizione sociale.
Fassina, Civati, Landini l’arcipelago anti Renzi a sinistra dei Democrat
di Giovanna Casadio Repubblica 27.5.15
ROMA Stefano Fassina pensa a “comitati per il lavoro”, dopo l’annunciata
uscita dal Pd. Sergio Cofferati entro giugno battezzerà l’Associazione
per la cultura e la politica, di cui è già pronto lo statuto e alla
quale lavora da quando ha lasciato il partito di Renzi. La “coalizione
sociale“ di Maurizio Landini tiene la sua convention a Roma il 6 e il 7
giugno. Ma soprattutto c’è la fuga in avanti di Pippo Civati, che alla
sua associazione “Possibile” ha dato ora un simbolo e l’ha presentato,
con il tempismo del buon marketing, all’indomani della vittoria di
Podemos in Spagna. Peccato che abbia irritato Nichi Vendola. Il leader
di Sel infatti puntava alla “condivisione”, avendo offerto sponda ai
fuoriusciti dem già da tempo e dichiarandosi pronto a sciogliere il
“suo” partito per «una nuova forza politica».
Eppur si muove qualcosa, nella sinistra italiana. Anche se molto
dipenderà dal risultato delle regionali. Un “6 a 1” per il
centrosinistra di Renzi raffredderebbe gli ardori che il vento spagnolo
ha acceso, come già aveva fatto la vittoria di Syriza in Grecia. Civati
il 2 giugno lancerà dal suo blog una lettera — appello, primo passo per
costruire un partito della sinistra. Le reazioni su Twitter a “è
Possibile” sono state contraddittorie, molti lo accusano di voler
copiare Podemos, ma l’Italia è tutt’altra cosa e quello spazio è già
occupato dai 5Stelle e dallo stesso Renzi. Vendola, gelido: «Penso che
ognuno stia mettendo in campo le proprie energie e le proprie proposte.
Dopo le regionali occorrerà raccogliere le idee, mettersi a disposizione
di un nuovo progetto che non sia la sinistra radicale e testimoniale
bensì la sinistra che sfida Renzi sul terreno del governo».
Landini poi, si tiene alla larga. Il segretario della Fiom spiega che la
“coalizione sociale”, com’è noto, non si mischia con la costruzione di
partiti politici a sinistra. Susanna Camusso, la leader della Cgil, gli
lancia una stoccata: «Proprio Podemos segna la contraddizione del
modello di Landini. Podemos infatti dichiara esplicitamente di essere
una formazione politica che vuole cambiare la modalità di fare
politica... ». Ma non c’entra nulla il paragone, è una follia: è la
reazione di Landini, che punta alla rifondazione dal basso, anche del
sindacato. I lavori a sinistra sono in corso. Cofferati da Bruxelles
vede il bicchiere mezzo pieno: «Speriamo sia la stagione dei cento
fiori». Civati si è dato un tempo: entro l’estate la “cosa” di sinistra
deve nascere. Fassina è convinto che un forte astensionismo alle
regionali sia la molla per rimboccarsi le maniche a sinistra e lui lo
farà, se la riforma della scuola passa così com’è. Però nulla di quanto
può accadere in Italia avrà a che vedere con gli Indignados, incubatrice
di Podemos. Dov’è una leadership popolare come quella di Pablo Iglesias
o di Ada Colau? Dov’è il progetto unitario? Domande che si pone Massimo
Cacciari, filosofo, ex sindaco di Venezia. «Se si mettono tutti insieme
— cosa che vedo lontana — , se trovano un leader — cosa che vedo
ugualmente lontana — , a sinistra in Italia potrà nascere una “cosa”
assai distante da Podemos o da Syriza, perché per sangue, cultura e
tradizione sarà una corrente della socialdemocrazia ». Civati punta ad
attrarre anche gli ex grillini ora riuniti in “Alternativa libera” e le
associazioni locali come “Sottosopra” e quelle liguri che hanno dato
vita a “Rete a sinistra”, la lista di Luca Pastorino, il civatiano
sfidante di Raffaella Paita. Il risultato di Pastorino alle regionali è
l’altra variabile importante per la sinistra. «Sarà comunque difficile
trovare la quadra a sinistra», commenta Vincenzo Vita, lunga esperienza
di “cose rosse”. Simpatizzanti civatiani si dichiarano gli ecologisti
Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, purché si parli di «una cosa
nuova non di una cosa rossa”. Saldamente dentro il Pd per ora sono
Bersani, Cuperlo, Speranza. «Più sinistra ma dentro il Pd», è il
manifesto.
Renzi-Landini asse inedito contro Camusso
di Maria Teresa Meli Corriere 27.5.15
Adesso come adesso li divide tutto. Il Jobs act, la riforma della
scuola, le politiche economiche del governo. Ma nonostante le liti degli
ultimi tempi, gli alterchi e le reciproche offese, Matteo Renzi e
Maurizio Landini sono più simili di quanto possa apparire a un primo
sguardo.
Infatti sono entrambi due leader maggioritari, ovvero sia, due leader
del nostro tempo. Ed è proprio per questa ragione che, dopo essersi
tanto odiati, il presidente del Consiglio che ha un debole per le
camicie bianche e il segretario della Fiom che non disdegna le felpe e
le maglie della salute potrebbero trovare un comune terreno di confronto
e una comune avversaria: Susanna Camusso.
Il campo da gioco dove Renzi e Landini potrebbero sospendere le ostilità
e avviare una proficua collaborazione, fornendo l’uno un assist
all’altro, e mettendo in difficoltà l’elefantiaca organizzazione della
Cgil, è quello della legge sulla rappresentanza sindacale. Su
quell’argomento la natura maggioritaria dei due leader potrebbe alla
fine prevalere e avere la meglio sulle considerazioni di natura tattica o
sui giochetti di interdizione che hanno il respiro corto e mal si
addicono a chi racconta di voler «rivoltare il Paese come un calzino» o a
chi sostiene che «occorre cambiare la Cgil».
Le idee di Maurizio Landini su quale debba essere la nuova legge sulla
rappresentanza sindacale sono di una chiarezza estrema: «I lavoratori e
le lavoratrici hanno il diritto di votare i propri contratti e i propri
accordi». Nessun fumoso discorso in «sindacalese», ma un messaggio
esplicito ai dirigenti delle organizzazioni confederali (e, innanzitutto
alla sua, la Cgil,) per far capire che non possono essere loro a
decidere passando sopra le teste di coloro che rappresentano.
Come può l’uomo delle primarie, il premier-segretario che ha fatto del
rapporto diretto con i cittadini il suo punto di forza, non essere
d’accordo con una impostazione del genere? Non può. E infatti il
convincimento di Renzi sull’argomento in questione è questo. O, meglio,
era, prima che gli eventi lo portassero in rotta di collisione con
Landini: «Serve una legge sulla rappresentanza sindacale in sintonia con
le richieste della Fiom». In realtà, il premier non ha cambiato
opinione, anche se le sue idee, ora come allora, non collimano
perfettamente con quelle di Landini. Ma di punti in comune ce ne sono.
Come c’è la voglia, da parte di entrambi, di rimuovere le vecchie
incrostazioni di un sistema sindacale che non regge più il passo con i
tempi.
«La Cgil va riformata. Sta cambiando tutto e deve cambiare anche il
sindacato», dice Landini. E per la fine del 2015 Renzi dovrebbe varare
la nuova legge sulla rappresentanza. Con buona pace di Susanna Camusso,
questa normativa potrebbe portare reciproci vantaggi ai due leader, nel
momento in cui decidessero di scrivere un nuovo capitolo della storia
dei loro rapporti.
Nuova formazione a sinistra: Civati lancia “Possibile”
il Fatto 27.5.15
PIPPO CIVATI ha lanciato la sua nuova creatura politica, dopo l’uscita
dal Partito democratico. Si chiamerà “Possibile”. Il logo c’è già: un
grande segno dell’ “uguale” al centro di un cerchio rosa, con il nome
della formazione politica in basso. Il lancio definitivo è previsto a
giugno, subito dopo le elezioni amministrative. E soprattutto dopo il
risultato del candidato civatiano in Liguria, Luca Pastorino. Nelle
parole di Civati, Possibile sarà “un soggetto politico nuovo e
fortemente innovativo, orizzontale come una rete e dinamico come un
movimento, che non è la trasposizione di modelli stranieri ma sfida i
vecchi partiti italiani sul campo della rappresentanza e della
partecipazione”. “Questo nuovo soggetto – ha aggiunto Civati lo mettiamo
a disposizione di
tutti: singoli, cittadini e formazioni organizzate già esistenti. Ci
candidiamo a governare il Paese, non certo a fare testimonianza.
Possibile non è uno strappo, è una sfida rivolta a noi stessi e ad
altri compagni di strada”. Ieri sono arrivate anche le prime adesioni al
movimento di Civati, quelle degli ex deputati ecologisti del Pd,
Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
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