mercoledì 23 settembre 2015

Islamofobia. Il mito dell'etnocidio e la campagna complottista islamofobica: il libro di Guillaume Faye

comprendre-islamGuillaume Faye: Comprendre l’islam, Tatamis
Risvolto
Comprendre l’islam, c’est repérer sa double logique, son double ADN millénaire : le totalitarisme et le djihad, la guerre de conquête sans limite géographique, par la ruse ou par la violence. Comprendre l’islam, c ‘est voir qu’en dépit de ses divisions intestines meurtrières, il désigne un ennemi commun : notre civilisation et toutes les autres. Comprendre l’islam, c’est saisir qu’il n’existe aucune différence, seulement tactique, entre islam et islamisme. Comprendre l’islam, c’est réfléchir sur sa confusion de la foi et de la loi, du spirituel et du temporel, du religieux et du politique. Comprendre l’islam, c’est admettre son incompatibilité absolue, d’essence, avec la démocratie pluraliste, la laïcité et la liberté. Sa raison d’être est la théocratie, son règne signifie le recul de l’intelligence.
Comprendre l’islam, c’est voir qu’un ”islam laïc” ou un ”islam des Lumières” sont des utopies. Ses collaborateurs occidentaux sont des soumis, des apeurés, des aveuglés, des schizophrènes en contradiction avec leurs propres principes. Comprendre l’islam, c’est débusquer des convergences troubles avec le fascisme, le nazisme, le communisme marxiste, l’antisémitisme. Comprendre l’islam, c’est mesurer à quel point il joue sur une immigration de peuplement et de colonisation massive, rapide et incontrôlée.
Comprendre l’islam, c’est percevoir qu’il ne possède ni métaphysique, ni théologie ni philosophie mais fonctionne sur le binôme dogmatique de la superstition et de l’idéologie. C’est aussi réfléchir sur le duel entre l’obscurantisme et la raison, entre la liberté et la soumission.
Comprendre l’islam, c’est admettre sa puissance historique de sidération et de conquête, ressurgie des siècles anciens, archéofuturiste et volontariste. Comprendre l’islam, c’est refuser de se soumettre à ses valeurs et d’admettre ses principes. Comprendre l’islam, ce n’est pas le mépriser, car il n’est pas méprisable, c’est le connaître, afin d’éviter l’islamisation de l’Europe qui déboucherait sur un cataclysme et une décadence.
L’auteur s’exprime d’un point de vue aristotélicien.
L’auteur : Guillaume Faye, auteur de nombreux livres,  est l’auteur du blog gfaye.com ou J’ai Tout Compris. Conférencier en UE, en Russie et en Amérique du Nord, il est considéré comme un théoricien dissident de la « Nouvelle Droite ». 


La grande balla dell’«islam moderato» fatta a pezzi da Guillaume Faye 

1 nov 2015  Libero 
È uscito da appena due giorni, ma ha già mandato fuori di senno i benpensanti. Comprendre l’islam, il nuovo libro dell’intellettuale francese Guillaume Faye, è uno schiaffo ai gendarmi del pensiero che col ricatto della «islamofobia» uccidono il dibattito sulla religione islamica e le sue origini. Senza paletti ideologici, Faye racconta il vero islam e il suo spirito di conquista, quell’islam che da tempo ha designato un nemico, la nostra civiltà. Mette in luce il suo dna millenario, l’inesistenza di un «islam dei Lumi», l’utopia di un «islam moderato», l’ipocrisia e insieme l’ignoranza di coloro che dividono islam e islamismo, perché islamismo è semplicemente il ritorno alle origini dell’islam, all’islam dei califfi. Altro che «deriva dell’islam». Faye, al solito visionario e illuminante, prova a dare un’ultima sveglia all’Occidente vigliacco e impaurito dall’ascesa vigorosa dell’islam politico. Diamoci una mossa, o l’immigrazione, cavallo di Troia dell’islamizzazione, sancirà la fine della nostra civiltà europea.


«L’avevo detto: l’islam uccide l’Occidente»
Gli immigrati avanguardie dell’invasione, le nascite come strategia, l’oblio delle radici Il padre della «Nouvelle Droite» spiega la guerra tra civiltà. Che anticipò contro tutti 23 set 2015 Libero FRANCESCOBORGONOVO MAURO ZANON


C'è un uomo che lo aveva previsto. E che ci aveva avvisato. Si chiama Guillaume Faye, ed è uno dei più acuti intellettuali francesi, il padre dell’Archeofuturismo (così si intitola un suo celebre saggio). Tra i fondatori della Nouvelle Droite, se n'è poi allontanato dopo averle rivolto varie critiche, alcune delle quali riguardavano proprio le posizioni sull'immigrazione e sull’influenza dell'Islam. Faye è stato tra i primi a illustrare il progetto di distruggere i popoli europei attraverso i flussi migratori, ha profetizzato l’Invasione, con largo anticipo. 

Uno dei suoi libri più famosi è Il sistema per uccidere i popoli. Pensa che questo sistema abbia avuto successo? 

«Ha vinto una battaglia, ma non ha vinto una guerra. Ha vinto in maniera provvisoria. Come ho detto in Archeofuturismo, questo sistema cosmopolita e pseudoumanitario, nato negli anni Sessanta e Settanta con l'obiettivo di abbattere le identità dei popoli, si è scontrato a partire dagli anni Ottanta, Novanta con qualcosa di inaspettato, con una contraddizione interna. Questa contraddizione è stata, attraverso l'islam e l'immigrazione, il ritorno dell'arcaico. Il sistema per uccidere i popoli ha vinto da un punto di vista superficiale, ossia conformando la società a un ordine tecnologico che però si scontra oggi con dei particolarismi, con dei ritorni del passato tra cui l'islam. Il sistema è intrappolato anche perché non osa designare il nemico. Si dice che nemico è il "terrorismo", ma non significa niente. Non è il terrorismo che attacca questo sistema, è l'islam in quanto tale. E il sistema, per l'islam è l’Occidente, sono i bianchi, i miscredenti. Questo sistema ha di fronte a sé delle persone che ragionano come nel Settimo secolo. L’Isis oggi applica esattamente gli stessi principi di Maometto, in maniera chiara, fedele». 


Come si uccide, oggi, un popolo? 

«Ci sono due modi. Il meno grave è quello culturale, cioè l’etnocidio, perché un popolo può rinascere biologicamente. 

Si uccide la cultura, la lingua, ma un popolo può rinascere. Il peggiore, il più grave ed è quello che sta succedendo oggi - è la non riproduzione demografica e l’immigrazione di massa. Il dramma europeo è che si stanno verificando entrambe le cose allo stesso tempo. La distruzione culturale nel primitivismo e il declino demografico unito a un movimento migratorio di invasione organizzato. Viviamo la stessa situazione dell'impero romano, ma in peggio. Sotto l'impero romano l'invasione era di popoli europei, vicini come mentalità, ora no». 

Nel suo libro lei parlava di «deculturazione». È ciò che è avvenuto in Europa? 

«La deculturazione ha infettato l'Europa. Lo vediamo nei programmi del ministero dell' Istruzione francese per esempio: l'oblìo delle radici, degli antenati, della storia, il latino e il greco vengono messi in secondo piano. Viviamo nel présentisme assoluto. Oggi la maggior parte dei giovani è piegata sui suoi iPhone, non partecipa alla cultura europea, ma solo al culturame mediatico». 

Che ne pensa della teoria della Sostituzione di popoli? 

«La grande sostituzione di cui parla Renaud Camus è la conseguenza di ciò che ho illustrato. Il vero termine da impiegare, è “colonizzazione di popolamento dell'Europa”. 

Gli europei si riproducono sempre meno, gli allogeni arrivano sempre più numerosi e hanno cinque bambini per famiglia. Ma il peggio è che questa sostituzione è foraggiata dalle élite europee masochiste. Non c'è resistenza. C'è un progetto individuale di ogni migrante di venire in Europa, vista come un eldorado, facendosi passare per rifugiato. A questo si aggiunge l’islam che utilizza tutto ciò, inconsciamente o consciamente, dicendosi che è l'occasione buona. Sono le idee degli imam, di Tariq Ramadan, di Dalil Boubakeur, rettore della Grande moschea di Parigi, dello Stato islamico che paga i passeur. Utilizzano il movimento migratorio per aumentarlo, facendone allo stesso tempo un' invasione dell'islam e dei popoli del terzo mondo dall'Africa verso l'Europa. “Vi invaderemo attraverso il ventre delle nostre donne”. Gheddafi lo aveva detto: se mi infastidite li lascio partire. Ed è quello che è successo per colpa di quell' imbecille di Sarkozy. Dinanzi a questa colonizzazione c’è una complicità delle élite gosciste che dirigono l'Europa, in Francia, in Italia e ora in Inghilterra con il Labour di Corbyn. C'è l'Ungheria che resiste, ma c'è un progetto di queste élite che si sono formate nel 68 e che hanno una sensibilità trotzkysta, vogliono costruire una società multietnica: io lo chiamo etnomasochismo». 

Per Paesi come l'Italia, forse il vero problema non è tanto l'immigrazione, quanto l'emigrazione. O, meglio, sono due facce della stessa medaglia. Da un lato arrivano appelli all'accoglienza indiscriminata. Dall'altro i nostri giovani sono invitati a emigrare se ne hanno la possibilità. Che ne pensa? 

«È come una fabbrica di vino, facciamo entrare il vino cattivo e facciamo partire quello buono. C'è una fuga di cervelli, una fuga delle giovani élite. Non vogliono più vivere qui, troppe tasse… Il venti per cento delle giovani élite abbandona la Francia per non tornare mai più. L'industria della Difesa, dove la Francia è ai primi posti nel mondo, quando i giovani ingegneri francesi che escono dalle grandes écoles saranno partiti, sarà finita. Le élite fuggono, le classi medie non si riproducono». 

Laura Boldrini, già portavoce di Unhcr e presidente della Camera italiana, ha sostenuto che gli immigrati sono una «avanguardia», che in qualche modo anticipano il futuro… 

«Sì, gli immigrati sono l'avanguardia dell'invasione futura. Lei lo dice in maniera positiva, come lo diceva Bernard Stasi, ex ministro di Giscard d'Estaing, “L'immigrazione è una fortuna per l'Europa”. Si tratta di un fenomeno che dal punto di vista psicoanalitico è estremamente perverso. Si inverte la realtà, il male diventa il bene. È un fenomeno orwelliano, di inversione del vocabolario». 

Che pensa della teoria dello scontro di civiltà? 

«È detto senza esistere. Per fare la guerra bisogna essere in due. Per lo Stato islamico c'è uno scontro di civiltà. Per gli europei non c'è, non c'è lo choc, e allora siamo destinati a una morte lenta, tiepida. C'è oggettivamente uno scontro di civiltà, ma c'è una civiltà, la nostra, che non lo ammette, che lo sa, ne è cosciente, ma non osa dirlo. Per paura di essere tacciata di islamofobia».

Nessun commento: