giovedì 1 ottobre 2015

L'Empedocle di Romain Rolland

coperitna di Empedocle
Romain Rolland: Empedocle, Castelvecchi, pp. 58, euro 9

Risvolto
Un’intensa e profonda riflessione filosofica percorre queste pagine di Romain Rolland, scritte alla fine della Prima Guerra Mondiale, in un’Europa che aveva ormai perso l’innocenza della Belle Époque. Empedocle, medico, poeta e filosofo, è l’emblema di uno spirito fiero e indipendente, la cui complessa e conflittuale visione della realtà non scade in un pessimismo tragico o nichilista. In questo breve saggio, per la prima volta tradotto in italiano, Rolland ripercorre con accuratezza filologica e acume teoretico il celebre poema filosofico sulla natura e il trattato sulle purificazioni, individuando nello scontro tra Amore e Odio elaborato da Empedocle il simbolo dell’eterna dinamica che regola gli equilibri e condiziona gli sviluppi dell’umanità. La figura del grande pensatore agrigentino incarna così la capacità di individuare il movimento interno alla storia dei popoli, in un processo infinito dove anche i momenti più oscuri verranno seguiti da giorni felici e pieni di speranza.Romain Rolland (Clamecy, 1866 – Vézelay, 1944) Scrittore e drammaturgo francese, è stato uno degli intellettuali più influenti del Novecento e ha lottato tutta la vita per l’affermazione degli ideali umanitari e della non violenza. Oltre al romanzo in dieci volumi Jean-Christophe, pubblicati tra il 1903 e il 1912, e alle pièces teatrali, scrisse numerose biografie, tra le quali, oltre a quella dedicata a Tolstoj, ricordiamo Beethoven (1903) e Michelangelo (1905). Ricevette il Premio Nobel per la letteratura nel 1915, anno in cui iniziò la stesura degli articoli antimilitaristi poi raccolti nel volume Al di sopra della mischia. Oppositore del fascismo e convinto pacifista, nel primo dopoguerra intrattenne una fitta corrispondenza con il Mahatma Gandhi. Fu inoltre autore di molte opere di storia e critica musicale.

Leggere Empedocle come un farmaco tra gli orrori bellici 
1 ott 2015  Libero 
Nel 1918, tra le rovine dell'Europa travolta dalla Grande Guerra, il francese Roman Rolland (1866-1944), scrittore e drammaturgo premiato con il Nobel nel 1915, e pacifista a tutto tondo, si immerge nel passato, nella sacra voce degli eroi del pensiero greco alla conquista del dio sconosciuto, «del principio nascosto che governa il mondo e l’anima». E recupera il canto di speranza e pace del siciliano Empedocle (492-432 a.C.), un «medico delle anime» quanto mai necessario. Ne vien fuori un libretto, composto sulle orme dello studioso italiano Ettore Bignone, ora proposto per la prima volta in italiano da Castelvecchi (Empedocle, pp. 58, euro 9).
Il filosofo di Agrigento, anche poeta visionario, profeta, taumaturgo, medico, ingegnere, oratore e politico democratico, con un piede nei sogni dell'Asia (mazdaismo, mitraismo, orfismo) e un altro nella scienza sperimentale, gli è caro per l’umanità e la modernità. Nei 450 frammenti dei suoi due poemi cosmici (Sulla natura e Purificazioni), nel dramma dei quattro elementi (terra, acqua, aria e fuoco) in balia di Amore e Odio, trova il primo bagliore del principio darwiniano della sopravvivenza del più adatto, la sfera pensante che rompe con l’immaginazione antropomorfa, e soprattutto la ricetta per evadere dalla Sventura. Also sprach Empedokles.

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