giovedì 14 gennaio 2016
Dinastie italiche. La famiglia Romano ha scritto una guida di Berlino
Risvolto
Fra le capitali europee Berlino è una delle
più giovani e forse quella maggiormente condizionata dalle sorti
politico-militari del proprio paese, con il suo ciclo di sconfitte e di
rinascite. Dopo la disfatta del grande impero guglielmino nella prima
guerra mondiale, la città seppe rigenerarsi nella Repubblica di Weimar
diventando un centro fra i più effervescenti sul piano artistico e
culturale. Ridotta a cupo campo di battaglia negli ultimi giorni di
Hitler, fu ricostruita mattone su mattone. Le Berlino ricostruite in
realtà furono due, divise tra le repubbliche dell'Est e dell'Ovest, e
rispecchiarono fisicamente, oltre a due ideologie, aspetti diversi del
carattere nazionale. Oggi, nella Germania riunificata, l'identità di
Berlino, forte e dinamica, è fatta di storia e apertura al futuro.
La «guida» di Beda e Sergio Romano in uscita oggi dal Mulino Fascino e dannazione della storia Le perenni mutazioni di Berlino
14 gen 2016 Corriere della Sera Danilo Taino
Da oggi, non potrete più visitare Berlino senza questa guida. Guida si fa per dire: delizioso viaggio geografico e storico, colto, in una delle città più contraddittorie, martoriate, distrutte e rifatte del pianeta. Facile da vivere, complicata da capire, unica nel nome, sdoppiata dagli eventi del suo tragico Novecento. Esce oggi nelle librerie Berlino capitale. Storie e luoghi di una città europea: Sergio Romano e il figlio Beda si sono divisi i compiti; l’ambasciatore, che la visitò per la prima volta nel 1951, vi ha passeggiato per raccontarne storia e arte; il giornalista (del «Sole-24 Ore»), che l’ha molto frequentata più di recente, ne ha fatto una radiografia politica e sociale. È un libro affascinante per un turista, istruttivo anche per un accademico, utile al politico che non ha mai voluto capire la Germania.
La città è moderna, in cambiamento continuo. E prepotentemente giovane. A ogni angolo, però, aggredisce con un pezzo di storia. E che storia. Sergio Romano, ad esempio, racconta, tra le sue molte passeggiate berlinesi, di una città poco amata: non solo da Hitler, che la voleva rifare, ma anche da Hegel, da Stefan Zweig, da George Grosz. E Beda ricorda l’irritazione che suscitava in Konrad Adenauer, sospettoso della tradizione militarista prussiana. Dopo la Seconda guerra mondiale, scrive Romano senior, molti tedeschi preferivano una capitale collocata nella Germania renana: «La storia era passata da Berlino molto più frequentemente e drammaticamente di quanto fosse accaduto alle altre capitali europee. Valeva la pena ricostruire lo Stato nazionale tedesco all’ombra di memorie così ingombranti?». La storia però doveva ancora dire molto: la divisione in due, un’altra dittatura, il Muro, la sua caduta, la riunificazione di una Germania della quale oggi molti sono spaventati. La storia sembra non volere abbandonare Berlino tornata capitale. È il suo fascino e anche la sua dannazione.
I luoghi e gli eventi conosciuti sono tutti tracciati nei percorsi del libro (edito dal Mulino). Ma sono quelli meno noti e popolari a suscitare forse l’interesse maggiore. L’ambasciatore Romano racconta della Berlino di fine Ottocento e inizio Novecento: non solo Viaggio in una delle città più contraddittorie, martoriate, distrutte e rifatte del pianeta, non più solo «patria del nuovo pensiero filosofico europeo», ma anche metropoli in crescita straordinaria, centro industriale e finanziario, luogo della politica, città di scienza e tecnica. E ricorda l’impressione che Mark Twain ne ebbe nel 1892: «La maggior parte della città sembra costruita la settimana scorsa, e il resto, appena più serio e compassato, potrebbe essere stato costruito sei o sette mesi fa». Sono l’interessante e la brutalità di una città che ha continuato a cambiare e ogni volta sotto l’influenza, o il tallone, degli eventi. Persino nei nomi delle vie.
Beda Romano cita l’attuale Rosa-Luxemburg Platz, nella parte Est di Berlino, che nel Novecento ha cambiato nome cinque volte: Babelsberg Platz all’inizio, Bülowplatz successivamente, diventata poi HorstWessel Platz per decisione dei nazisti, Liebknechtplatz dopo la Seconda guerra mondiale per ricordare i moti spartachisti, poi subito Luxemburgplatz e infine, nel 1969, Rosa-Luxemburg Platz. Una città che non solo si trasforma, ma che ogni volta si distrugge e si ricostruisce, ma tiene ferma la memoria del passato.
Il libro non è solo racconto, è anche riflessione. Mentre visita la casa- museo di Karlshorst, «una sorta di jointventure russo-tedesca», Sergio Romano percorre la profonda relazione, di nemici e di alleati, tra la Germania e la Russia. Nel Settecento era tedesca l’ispirazione del modello a cui facevano riferimento i russi; e tedeschi erano spesso i generali, i mercanti, gli artigiani, i ricercatori e gli accademici. E ne trae motivo per una puntualizzazione d’attualità: «Esistono periodi nei quali i due Paesi si combattono ferocemente. Ma non appena depongono le armi, Russia e Germania si rimettono a lavorare insieme con grande naturalezza». Dopo la Rivoluzione d’Ottobre, qualcuno calcolò che nelle vene dello zar Nicola II «scorrevano, per ogni goccia di sangue russo, trecento gocce di sangue tedesco». Parlare di Berlino, dei suoi luoghi e della sua storia è insomma parlare dell’Europa oggi e del futuro. Libro utile oltre che guidato dalla curiosità: al turista, per non visitare solo con il naso per aria, ma anche memento per Angela Merkel, per Vladimir Putin e per chi li osserva.
C’è tutta Berlino, nella «guida»: gli ebrei e le dittature, lo spirito libertario e le lotte sociali, Est e Ovest. Una città, scrive Beda Romano, che «ha sempre sorpreso e smentito i suoi critici». E forse c’è anche la risposta alla domanda banale, ma di tutti: ti piace Berlino? Sì. Ma forse no. Non so.
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