venerdì 22 gennaio 2016

Un Gramsci postmoderno? L'ambigua ricezione odierna del materialismo storico: un mio articolo su "Junge Welt" per i 125 anni dalla nascita

Risultati immagini per gramsciAntonio Gramsci 125 anni dopo: la svolta postmoderna, l’«egemonia» e la crisi della cultura marxista in Occidente
Stefano G. Azzarà (Università di Urbino), "Junge Welt", 21 gennaio 2016

1. Una Gramsci-Renaissance?

Alla fine del 2015 è stata fondata a Rio de Janeiro la “International Gramsci Society Brasil”, la sezione brasiliana dell’associazione di studi gramsciani più importante e diffusa nel mondo. E’ un evento che ha fatto seguito a una crescita esponenziale degli scambi culturali tra i più autorevoli  intellettuali marxisti europei e quelli dell’America Latina. Ed è la conferma di un rinnovato interesse verso Antonio Gramsci che è possibile constatare anche attraverso la frequenza con la quale il suo nome torna nei convegni e nel dibattito filosofico e politico internazionale. E’ anche il segnale della rinascita di un interesse globale verso il marxismo nel suo complesso?
Purtroppo non è così. In un’epoca di crisi profonda della democrazia moderna, nella quale i rapporti di forza tra gli interessi sociali sono nettamente squilibrati a favore dei ceti dominanti, anche il dibattito culturale è condizionato dalla tendenza di fondo del processo storico. E anche la ricezione e diffusione del pensiero di Gramsci avviene in un contesto che sconta sin dall’inizio un orientamento politico determinato. In questo senso, quello dell’IGS Brasil è un fortunato caso in controtendenza: non sempre, infatti, l’attualità o l’attualizzazione di un autore è sinonimo di una sua reale comprensione. E bisogna riconoscere che già nei decenni alle nostre spalle la ricezione di Gramsci in area anglosassone e latino-americana, quella ricezione che è alle radici del suo attuale revival, non è stata affatto esente da equivoci...

L'articolo, ampliato, uscirà presto anche in italiano [SGA].





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